C'era una volta una piccola Lomo.
Era stata trovata per terra da un corazziere corazzato che, non riuscendo a piegarsi per raccoglierla per via della corazza, la calciò fino a casa, facendo anche dei pallonetti per farle salire le scale che portavano a casa. La piccola Lomo, anche se tutta rigata e sporca, già aveva capito che in quella casa c'era dell'affetto. Basti pensare che la moglie del corazziere, che era una carrozziera, la ripulì per bene e la riempì di rullini 135 Ilford, Redscale, a volte con ISO tirati da 50 a 200, a volte addirittura delle Diapo da 125 bianconero. Insomma,c'era Amore.
Come tutte le Lomo della sua età venne portata a scuola, ma l'ambiente era freddo e distaccanto nei suoi confronti: figuratevi che come compagna di banco (ottico) aveva una Fuji X100 (figlia di papà con la puzza sotto al flash). La sua migliore amica divenne subito un'emulsione fotografica scadente (ossia un'emulsione da poco). Dovette lottare duro per dimostrare di essere all'altezza dell'inquadratura, di avere la giusta sensibilità, e di riuscire ad esporre con chiarezza, ovvero senza bisogno dell'esposimetro.
Ma un bel giorno la carrozziera, che era ben carrozzata, decise di lasciare il marito corazziere corazzato e di mettersi con un cazzaro, sì, insomma... con uno smargiasso sbruffone. Tal donnaccia prese baracca e burattini e svuotò quasi completamente la casa del corazziere corazzato, che rimase con la corazza, con 75 euro in caramelle, con una gondola in similvetro (ricordo del viaggio di nozze a Cuba) e con la Lomo (che nel frattempo era stata dotata addirittura di fisheye).
Il corazziere corazzato, tutto sconsolato, decise di rivendere i pochi averi per potersi pagare la cera che serviva per la corazza da corazziere. La gondola su eBay andò via come il pane e se l'aggiudicò per 539 euro un veneziano che non aveva una casa con l'affaccio sui canali. La Lomo venne acquistata a 50 euro con un Compralo subito. Nella trattativa però l'acquirente aveva specificato la consegna a mano.
Il corazziere sconsolato e corazzato prese la Lomo, il fisheye e la tracolla e si diresse cigolante all'appuntamento. E cling e clang e cling e clang arrivò alla casa dell'acquirente, che altri non era che la principessa Rodriga, nota collezionista e mecenate.
Il carrozziere subito intuì che la Lomo sarebbe andata in mani sicure, e tra un pasticcino nel te e una fetta di crostata alla cannella collocò la macchinetta plasticosa nell'Empireo di cellulosa, cioè la stanza che la principessa aveva allestito in onore della nobil arte della Fotografia.
La Lomo si guardò intorno: Seagull, Chinon e disposable cameras erano sullo stesso ripiano con Leica, Hasselblad e dagherrotipi. Ormai non era più "inferiore" e la sua carcassa blu opaca si confondeva col nero lucido della Nikon D700 e delle altre full frame. Sorrise, chiuse l'otturatore e sprofondò nel più bello dei sogni.